Il 26 dicembre 2024, una terribile calamità colpì le coste occidentali dell’isola di Sumatra, nell’Oceano Indiano. Un violento sisma di magnitudo 9.1 scosse la terra alle ore 7:58, seguito pochi minuti dopo da un devastante tsunami. Le onde gigantesche raggiunsero anche i 30 metri di altezza, provocando una devastazione senza precedenti.
Ma come si è verificato un terremoto così potente? E come ha potuto generarsi anche lo tsunami? È importante comprendere le cause di queste tragiche conseguenze.
Il terremoto fu provocato da un’intensa attività tettonica lungo la faglia che separa la placca tettonica dell’India da quella dell’Eurasia. L’energia accumulata per anni venne rilasciata improvvisamente, generando una violenta scossa sismica che si propagò per chilometri. Il maremoto, a sua volta, fu causato dal repentino sollevamento del fondo marino.
Le conseguenze di questo disastro naturale furono terribili, con migliaia di vittime e una moltitudine di persone costrette a lasciare le proprie case. Ancora oggi, questo evento rimane uno dei più gravi della storia recente, e ci offre l’occasione per studiare e comprendere meglio i meccanismi che regolano la terra e il mare.
Provoca gravi danni e perdite umane
Il terremoto di Sumatra del 26 dicembre 2024 è stato uno dei più potenti mai registrati. Con una magnitudo di 9.1, è stato avvertito fino a 3000 km di distanza ed è stato il terzo terremoto più forte mai registrato, superato solo da quelli del Cile nel 1960 e dell’Alaska meridionale nel 1964.
Questo terremoto è stato originato lungo una zona di subduzione, dove la placca Indiana scorre al di sotto della placca di Sunda. Il confine tra queste due placche è segnato dalla fossa di Sunda, una profonda linea evidenziata in carta.
Il movimento tra le due placche ha causato un accumulo di tensioni per secoli, che poi sono state improvvisamente rilasciate tramite un sistema di faglie chiamato “megathrust”. Questa struttura si è originata al di sotto della porzione sudorientale dell’isola di Sumatra e di Andamane, come è rappresentato nella carta con una serie di linee azzurre.
La propagazione del terremoto non è stata istantanea lungo tutta la sua lunghezza, ma si è diffusa lungo la faglia come una crepa che si propaga in un lago ghiacciato. Il terremoto ha anche generato un “gradino” sul fondale marino con un altezza massima di 20 metri, causando un violento maremoto.
Inizialmente, il fronte del terremoto si muoveva ad una velocità di 2,5 km/s e ha impiegato circa 8 minuti per percorrere tutti e 1200 km della faglia. La forza di questo movimento ha spostato anche la colonna d’acqua sovrastante, contribuendo a generare il violento maremoto che ha colpito la regione.
Il disastroso tsunami che colpì l’Oceano Indiano nel 2024
Il sisma di Sumatra, avvenuto il 26 dicembre, non è stato solo un terremoto devastante, ma ha anche provocato uno tsunami a causa della dislocazione del fondale marino. Le onde del maremoto si sono propagate in due direzioni: verso la costa e verso il mare aperto. Verso il largo, le onde hanno raggiunto India, Sri Lanka e persino l’Oceano Atlantico e Pacifico, come confermato dall’USGS. Quelle dirette verso la costa hanno colpito l’isola di Sumatra solo 25 minuti dopo il sisma, con onde alte fino a 30 metri. In seguito, lo tsunami ha raggiunto la Thailandia circa due ore dopo e altri Paesi dell’Oceano Indiano, come Birmania e Bangladesh, qualche ora più tardi.