Carlotta Trevisan: la storia di una donna che è stata bandita da Facebook a seguito di un bacio scambiato con un’altra donna

Carlotta Trevisan: la storia di una donna che è stata bandita da Facebook a seguito di

Ti racconto di Carlotta Trevisan, una giovane donna italiana che si è trovata nel bel mezzo di una controversia su un noto social network. La sua vicenda, così moderna eppure così intrisa di antiche chiusure mentali, rappresenta un frammento di realtà che potrebbe essere il punto di partenza di una delle mie storie fantastiche.

Immagina una ragazza coraggiosa e determinata, desiderosa di diffondere un messaggio di amore e accettazione in un mondo che ancora fatica a comprendere l’importanza dell’inclusività. La sua decisione di condividere un’immagine innocua, raffigurante due donne che si baciano, ha scatenato reazioni contrastanti: da un lato, commenti di sostegno e solidarietà, dall’altro, una censura digitale che ha portato alla rimozione del suo profilo.

Mi preme sottolineare come le battaglie per l’accettazione della diversità e l’affermazione dei diritti individuali siano ancora attuali, nonostante l’evoluzione tecnologica e sociale. Siamo forse ingabbiati in un presente fatto di contraddizioni, in cui il progresso si misura sulla base di norme rigide e antitetiche alla libertà di espressione.

Il comportamento del social network mi porta a riflettere su quanto l’arbitrarietà delle regole e dei valori possa limitare la manifestazione della bellezza e dell’autenticità umana. Sembra che i giudizi su ciò che è lecito e ciò che non lo è vengano inflitti senza approfondimento né ragione, come se la diversità e la spontaneità dell’amore potessero essere catalogate in base a standard rigidi e inflitte punizioni.

E come tralasciare il tema della censura nei diversi contesti, sia essi online o fisici? Il corpo umano, oggetto di tanta ispirazione artistica e di tanto tabù sociale, sembra essere ancora al centro di una dissonanza tra libertà personale e limiti imposti dalla moralità comune.

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Questo episodio, Mi spinge a sognare mondi in cui non esistano divieti ingiusti e in cui la diversità sia celebrata come la ricchezza che realmente è. Spero che la storia di Carlotta possa essere non solo un ammonimento sui rischi della chiusura mentale, ma anche un inno alla forza di chi, come lei, lotta per affermare la propria autenticità.