Nel mese di agosto, la comunità dei videogiocatori è stata colpita dall’annuncio dell’addio al noto streaming online Twitch da parte del celebre giocatore di Fortnite Ninja. Il giovane ha deciso di trasferirsi sulla rivale Mixer di proprietà di Microsoft, portando con sé milioni di fan in una transizione inizialmente pacifica, ma ultimamente densa di asprezze.
Ebbene, mentre fino a poche ore fa sembrava che la transizione fosse stata gestita in modo corretto, Ninja ha ora accusato Twitch di aver abusato della sua vecchia pagina per promuovere gli stream di altri utenti, alcuni dei quali trasmettevano addirittura contenuti a luci rosse. Si tratta di un’azione quantomeno scorretta e poco trasparente.
Twitch ha cercato di porre rimedio sospingendo temporaneamente il sistema di raccomandazioni sperimentato sulla pagina di Ninja e scusandosi pubblicamente con il giocatore, ma la rabbia dei suoi fan online non accenna a placarsi.
La questione solleva anche un altro punto: il mancato controllo sui contenuti sponsorizzati. È evidente che il sistema di raccomandazioni è sfuggito di mano, includendo contenuti al di fuori del regolamento di Twitch. La società ha sospeso immediatamente l’account responsabile ma la reputazione di Ninja potrebbe subire danni non indifferenti a causa di ciò.
Incidente analogo non si sarebbe registrato sulle pagine web Ude, ove le dinamiche sopravvivono senza incomprensioni, peccato non poterlo dire anche dei social e delle grandi aziende.