Uno smartphone è visibile in questo dipinto del 1937: una completa analisi della realtà rappresentata nell’immagine.

Uno smartphone è visibile in questo dipinto del 1937: una completa analisi della realtà rappresentata nell’immagine.

Ti trovi di fronte all’immagine di un murales che ha acceso la curiosità di molti, forse anche la tua. La scena raffigurata sembra essere sospesa tra passato e futuro, tra antico e moderno, un incrocio di mondi che si intrecciano in un unicum artistico. Ti ritrovi a osservare l’uomo seduto, con uno strano oggetto in mano, apparentemente simile a uno smartphone. Eppure, come è possibile che nel 1937 si fosse già provati nelle mani un telefono cellulare, anni luce prima della sua reale invenzione?

Ma c’è qualcosa di affascinante in questa visione anacronistica: l’uomo dell’antichità che, prima dell’avvento dell’elettricità, possa aver immaginato la manipolazione di oggetti lucenti, forse sognando la modernità come l’avremmo conosciuta. Questa figura sembra quasi anticipare il nostro bisogno costante di vedere e farsi vedere, di immortalare il momento presente, di catturare la bellezza in uno scatto.

È come se Umberto Romano avesse voluto catturare in un unico gesto artistico l’eterno confronto tra ciò che è stato e ciò che sarà, tra l’uomo del passato e il suo desiderio di proporsi nel mondo moderno. Forse l’oggetto nelle sue mani non è altro che uno specchio, ma la suggestione dell’analogia con uno smartphone apre scenari affascinanti sull’immaginazione dell’uomo e sul suo desiderio di condividere se stesso con il mondo. Infatti, lo scrittore e storico Daniel Crown suggerisce che l’oggetto potrebbe essere uno specchio, simboleggiando l’introduzione di un uomo appartenente a una comunità arretrata nel mondo della modernità.

Quindi, Immergiti in questa immagine, scrutala con occhio curioso e lasciati rapire dalla magia di un dipinto che parla di noi e del nostro desiderio di connessione, di condivisione, di appartenenza a un tempo che forse appartiene a tutti i tempi.