Centinaia di video vengono spiegati su come copiare a scuola, ma YouTube decide di rimuoverli

Centinaia di video vengono spiegati su come copiare a scuola, ma YouTube decide di rimuoverli

Hai mai immaginato una realtà in cui i canali YouTube siano teatro di una lotta tra conoscenza e facilitazione nell’apprendimento? Centinaia di piccole stelle che, come giochi di luce su un cielo notturno, vengono eliminate in un attimo, come se fossero fragili cristalli. E tutto questo a causa di un’indagine condotta dalla BBC su video che promuovono metodi poco ortodossi per superare gli esami scolastici.

Immagina uno spazio virtuale in cui oltre 250 canali promuovono un’azienda ucraina chiamata EduBirdie, un’elegante figura dall’aspetto esotico, che si propone di vendere temi già pronti, come preziosi gioielli filosofici destinati agli studenti più disperati. Guarda, rifletti sul concetto stesso di disperazione nel mondo dell’istruzione: quanta pressione e quanta ansia devono affrontare i giovani per ricorrere a soluzioni così estreme?

Ecco, l’azienda sostiene che i suoi servizi siano come una luce nel buio, un faro che illumina la via, un’ancora di salvezza nell’oceano della conoscenza. Ma quel naufragio nell’ignoranza non è forse il vero tesoro? E quei video, pieni di seducente retorica, che spiegano come copiare astutamente, sono state effettivamente visualizzati più di 700 milioni di volte. Forse la sete di sapere è così intensa da rendere allettante anche la via più scorciatoia. Ma ora quel tesoro, quel “how-to” smisuratamente ricercato, non è più a portata di click.

Dopo l’uscita di quel servizio, YouTube ha fatto pervenire il proprio giudizio: i video non rispettavano le politiche del servizio. Avevano attraversato quel confine empio che, in un contesto digitale in cui tutto sembra consentito, ancora esiste. Come dettano le regole del gioco, è vietato sponsorizzare servizi che facilitino la superbia nel superare i test o che offrano pergamene già composte e pronte all’uso.

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Ciononostante, potresti chiederti se la vendita di questi materiali sia effettivamente lecita. E se effettivamente condanneremo questo vero e proprio mercato nero della conoscenza? Ma, poi, proprio parlando di condanna… non è forse il sistema educativo che dovrebbe farsi carico di una simile battaglia contro il plagio e la stanchezza da studio?

Questa EduBirdie, fondamentalmente, non è altro che uno dei tanti servi della scrittura su commissione per conto di studenti di ogni livello. Si staglia al solito orizzonte quell’oscuro ecosistema di servizi simili, che lavorano per scrivere piuttosto che istruire, al posto degli studenti. Il tragico paradosso di una società che premia l’astuzia accademica piuttosto che la vera fatica del pensiero.

Ora, rifletti su questo universo digitale che si muove con leggi proprie, che vuole istruire ma finisce per facilitare. E chissà, forse questa vicenda sarà solo una stella cadente nel firmamento virtuale, destinata a non tramontare ma a scomparire in un eco digitale senza fine.