I migliori dieci eroi dei videogiochi del decennio: scopri chi sono i 10 più famosi

I migliori dieci eroi dei videogiochi del decennio: scopri chi sono i 10 più famosi

Ah, vi apparvero i 10 protagonisti più celebri del decennio videoludico, estratti da giochi acclamati e amati. Come fili tessuti dal destino, questi personaggi si sono intrecciati con la storia dei giocatori, trasformandosi in icone di un’epoca in continua evoluzione.

Chi sono dunque questi eroi digitali, se non proiezioni delle influenze e dei desideri dell’umanità stessa? Esseri straordinari, perché capaci di toccare le corde più profonde della nostra anima, spingendoci a esplorare mondi fantastici e a compiere gesta impossibili.

Attraverso di loro, il videogioco è riuscito a stratificare stili, generi e trame, offrendo esperienze sempre più immersive e suggestive. Come in un libro dalla trama avvincente, anche l’esperienza videoludica si è evoluta, introducendo personaggi sempre più complessi e incarnando diversi aspetti delle sfumate emozioni umane.

E così, da un riscatto sociale a gesta epiche, da viaggi nel tempo a combattimenti dell’anima, questi eroi hanno saputo catturare l’immaginario di intere generazioni.

Ellie e Riley– L’Ultimo di Noi: Left Behind

Qui ti trovi ad indossare i panni di Senua, una figura misteriosa immersa nelle nebbie della

Ellie, la ragazza dai lunghi capelli color fuoco e le lentiggini disseminate sul viso come stelle su un cielo notturno, è diventata nel tempo una delle figure più iconiche del mondo videoludico. La tenera ribellione che caratterizza il suo spirito, così diverso dal carattere serioso e taciturno di Joel, ha saputo conquistare il cuore dei videogiocatori, grazie alla sua forza e alla sua determinazione nel mezzo dell’apocalisse.

È proprio questo contrasto fra la giovane Ellie e il suo mentore, Joel, a costituire il fulcro intorno al quale ruota l’intero universo narrativo di The Last of Us, un capolavoro acclamato per la sensibilità con cui i suoi autori, il team di sviluppo Naughty Dog, hanno saputo dipingere il quadro dell’apocalisse. Eppure, è con l’uscita del contenuto aggiuntivo, The Last of Us: Left Behind, che Ellie conquista un posto d’onore nel pantheon degli eroi videoludici.

Questo breve DLC ci mostra un’Ellie ancora innocente, prima che l’apocalisse trasformasse il mondo in un luogo inospitale popolato da creature orribili. Un mondo dove la violenza e la disperazione sembrano sovrastare ogni cosa. Tuttavia, nel rapporto tra Ellie e Riley, una nuova e importante comparsa, ritroviamo la forza dell’amicizia, e forse anche dell’amore, in grado di sfidare il buio e la crudeltà circostante.

È proprio in questo contesto che si insinua la creatività e la fantasia dei due giovani, nonostante la loro situazione disperata. La scena finale, un delicato bacio che lascia intuire un sentimento puro e autentico, conferma la straordinaria caratterizzazione che avrà Ellie nel prossimo capitolo della saga. Un’istantanea di innocenza e genuinità in un mondo corrotto e decadente.

Questo bacio ha anche rappresentato un momento di pionierismo nel mondo dei videogiochi, in quanto ha trattato con estrema delicatezza e sensibilità il tema dell’amore omosessuale, ancora poco diffuso e accettato. In questo modo, attraverso il personaggio di Ellie, Naughty Dog ha gettato un ponte verso una rappresentazione più ricca e inclusiva della diversità nei videogiochi, aprendo la strada a nuove narrativa e nuove sensibilità.

E così, con la sua determinazione, la sua tenacia e la sua capacità di amare, Ellie si è trasformata in un simbolo di speranza e di coraggio, un faro di luce e umanità nel cuore della notte più oscura. Un’eroe dai mille volti, che porta con sé l’essenza stessa della vita, con le sue sfide, le sue contraddizioni e le sue gioie.

Lincoln Clay e la sua lotta contro la mafia in Mafia III

Come in un libro dalla trama avvincente, anche l'esperienza videoludica si è evoluta, introducendo personaggi sempre

Se fossi , mi soffermerei sul fenomeno culturale dei videogiochi e del loro impatto sulla società contemporanea. Forse – e dico forse – i giochi come “Mafia” riescono a catturare e interpretare in modo innovativo le tematiche della narrazione mafiosa, declinandole attraverso una nuova forma espressiva, come quella videoludica. Mi verrebbe da esplorare come il terzo capitolo della serie abbia saputo abbandonare i cliché dei protagonisti italo-americani, offrendo uno sguardo inedito sulle dinamiche della mafia e dei conflitti razziali degli anni ’60 negli Stati Uniti. Un’occasione, forse, per riflettere sulle identità culturali e sulle rappresentazioni nelle opere narrative contemporanee.

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Potremmo supporre che l’ambientazione a New Orleans nel 1968 sia in grado di offrire al giocatore una prospettiva nuova e inedita, mescolando le tensioni della guerra del Vietnam con i cambiamenti sociali e politici dell’epoca. Potremmo immaginare che il giocatore, attraverso i panni di Lincoln Clay, possa entrare in contatto con queste tematiche in maniera più viva e coinvolgente, permettendogli di esplorare da vicino le lotte per i diritti civili e le dinamiche interne alla comunità afroamericana.

Mi verrebbe da colorare questo scenario con tocchi di realismo magico, facendo emergere elementi fantasmagorici e surreali che si intrecciano alla trama storica, confondendo i confini tra realtà e immaginazione. Potremmo introspezionare il rapporto tra il videogioco e la memoria collettiva, l’influenza delle narrazioni interattive sulla percezione della storia e sulle dinamiche socio-culturali. Possiamo immaginare come la tecnologia dell’interattività possa modellare e plasmare le visioni del passato, offrendo al giocatore una nuova consapevolezza dei conflitti e delle lotte che hanno caratterizzato quegli anni tumultuosi. In tutto questo, potrebbe emergere una riflessione sulla capacità dei videogiochi di trascendere i confini tradizionali della narrazione e della rappresentazione, introducendo elementi di partecipazione e di esperienza diretta che arricchiscono il nostro modo di percepire e comprendere la complessità della storia e della società.

Il gioco senza titolo dell’oca dispettosa – Untitled Goose Game

Qui ti trovi ad indossare i panni di Senua, una figura misteriosa immersa nelle nebbie della

Ti ritrovi immerso in un mondo virtuale dove la rappresentazione dell’omosessualità e del razzismo si traduce in un’oca astiosa e dispettosa, protagonista di un gioco deliziosamente umoristico. Ci troviamo di fronte a Untitled Goose Game, una gemma videoludica sullo sfondo di una cittadina britannica, popolata da abitanti ben descritti e animati in uno stile che richiama la commedia degli anni Venti.

L’oca, con la sua goffaggine ma anche con la sua malizia, incanta e delizia. È una presenza stravagante, capace di regalare un’esperienza mai assaporata prima. E nonostante la sua semplicità, il gioco funziona in maniera straordinariamente fluida e coinvolgente.

Ecco perché, in questa giungla di protagonisti videoludici, l’oca di Untitled Goose Game merita di essere citata tra i migliori. Si lascia apprezzare per il suo inusuale carisma e l’abilità di portare freschezza in un contesto ampiamente sfruttato. Immergiti in questa piccola rivoluzione videoludica, e lasciati trasportare dalle sfumature e dalla vivacità di questa simpatica e terribile oca.

Red Dead Redemption II: un avvincente videogioco western ambientato nei Paesi Bassi

La particolarità della classifica di Polygon risiede nel suo approccio non solo ai protagonisti, ma anche ai personaggi secondari o agli antagonisti. Non dovrebbe quindi sorprenderti trovare Dutch van der Linde, una delle principali personalità di Red Dead Redemption II.

“Ho un piano”: questa è la frase chiave di questo affascinante capobanda fuorilegge, sempre pronto a sfidare tutto e tutti pur di mostrarsi come un risolutore invincibile. La sua filosofia di frontiera lo spinge a ribellarsi contro l’avanzare della civiltà negli Stati Uniti del 1899. La sua ostinazione può essere fastidiosa da vivere nel gioco, ma allo stesso tempo dà a Dutch van der Linde una caratterizzazione encomiabile.

Non solo Arthur Morgan, quindi, ma l’intero Red Dead Redemption II rappresenta in modo meraviglioso il passaggio dalla wilderness tipicamente di frontiera all’industrializzazione che trasformerà gli Stati Uniti nella maggiore potenza del XX secolo.

Ti invito a riflettere su come anche nella realtà, le persone spesso si aggrappano alle loro convinzioni con ostinazione pur di preservare la propria identità di frontiera, senza accettare il cambiamento e l’evoluzione che il progresso porta con sé. Questa tenacia, nel gioco come nella vita, può essere ammirevole ma anche fonte di difficoltà e conflitti.

Ti pongo dunque questa domanda: chi è il Dutch van der Linde della tua storia? Qual è il tuo “piano” nella wilderness della vita?

Max e Chloe– La vita è strana

Se mi permetti, Di parlarti di un angolo di paradiso digitale lasciatomi affascinare da un titolo chiamato Life is Strange. In questa dimensione virtuale, vi sono personaggi che vogliono raccontare la loro storia in un modo che solo la mente umana riesce a comprendere. Ti ritrovi coinvolto in un viaggio emozionale, dove le tue scelte influenzano il destino delle protagoniste, Max e Chloe. La prima è una giovane ragazza amante della fotografia, riflessiva e composta, diversa dalla sua migliore amica, dotata di un’anima punk e ribelle. Questo mondo adolescenti, in cui trovi sfumature di timori, amori e legami, si apre a te, permettendoti di esprimere la tua visione e creare nuove prospettive. È quasi impossibile resistere al richiamo di Max e Chloe, i cui destini si intrecciano in un groviglio di emozioni e decisioni. La tua esperienza in questo universo è inevitabilmente influenzata dalle tue scelte, come öne tua versione personale di questo strano “Life is Strange”.

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Il protagonista Sam Porter Bridges e il suo viaggio nell’avventura post-apocalittica di Death Stranding

Fin dal principio, ti ritrovi catapultato in un’America dilaniata da una tempesta misteriosa, un mondo post-apocalittico sconvolto dalla separazione tra i vivi e i morti. Qui, Sam Porter, il coraggioso corriere interpretato da Norman Reedus, si muove tra le ombre di un’umanità errante, cercando di ristabilire connessioni frantumate.

Le sue giornate sono tutte improntate alla consegna di pacchi, un compito che potrebbe sembrare banale ma che rivela tutta la sua importanza nella ricostruzione del tessuto sociale. In un certo senso, Sam incarna l’essenza stessa del lavoro, una delle attività più nobili e al contempo soppesate dall’umanità. È attraverso la sua costante azione che tesse la trama di un mondo sconvolto, giorno dopo giorno, pacchetto dopo pacchetto.

Il vero punto di forza di Sam non è la sua definizione di eroe o leggenda, bensì la sua umanità. Le sue azioni minuziose, i gesti intimi e autentici che compie quotidianamente, ci parlano di un uomo comune che trova il proprio significato nel dare un senso al caos circostante. Ed è proprio in questa normalità sublime che emergono le sfumature più autentiche dell’esistenza umana.

In questo scenario distopico, ciò che risalta è la tenacia di Sam nel ricomporre i legami infranti, una metafora potente dell’importanza di agire per un futuro migliore nonostante le avversità. Sembra quasi di vedere un riflesso della vita reale, dove ogni singolo uomo si trova ad affrontare ostacoli e a cercare di trovare un senso nell’apparente disordine del mondo.

Kassandra, il personaggio principale del videogioco “Assassin’s Creed Odyssey”

Kassandra, la spartana protagonista di Assassin’s Creed Odyssey, si distingue per la sua forza e determinazione, qualità che ricordano le eroine mitiche dei tempi antichi, ma si sa ben poco sul suo conto, il che la rende ancora più affascinante.

Immersa in un’ambientazione che evoca la Grecia classica, Kassandra si distingue per la sua estetica, che richiama le figure femminili scolpite nelle antiche statue greche, un’eleganza che nasconde una potenza propria della sua discendenza dalla stirpe di Leonida.

La sua voce, nella versione originale del gioco, è veramente unica, con un marcato accento greco che le conferisce una particolare caratterizzazione. È come se si aggirasse tra gli antichi edifici e le strade polverose della Grecia, portando con sé il respiro dei secoli passati.

E così, tra le sue relazioni con le donne e gli uomini dell’antica Grecia, Kassandra incarna un simbolo di emancipazione, di lotta, e di capacità di fare la differenza in un mondo governato dagli Dei dell’Olimpo.

Ma nella sua vicenda si nasconde anche un’altra verità, quella della dualità interiore, dello scontro tra le proprie scelte e il destino prestabilito, un tema A me, , che ho spesso esplorato nei miei scritti.

E così, mentre ti immergi in questa avventura attraverso gli occhi della coraggiosa Kassandra, rifletti su quanto il fantasia e le capacità narrative possano trasformare un semplice videogioco in un’esperienza profonda e coinvolgente.

Il personaggio di Tracer in Overwatch

Ti parlerò di un noto gioco di Blizzard, un mondo in cui l’immaginazione prende forma attraverso una serie di personaggi straordinari. Nei meandri di questo straordinario spazio virtuale, tra eroi e combattenti si distingue Tracer, anima scattante e spirito indomito. È proprio lei il simbolo di una diversità che stride con gli stereotipi, mostrando come anche un personaggio di un videogioco possa trasmettere un messaggio emancipatorio e di accettazione.

I suoi fluidi movimenti, esaltati dalla tuta aderente arancione, hanno attirato l’attenzione dei giocatori sin dalle prime battaglie. Ma non è solo la sua forma sinuosa a catturare l’immaginario, è soprattutto la sua personalità indomita e il suo coraggio che rendono Tracer così apprezzata. È come se la sua sfrontatezza e la sua determinazione a non piegarsi al mondo circostante la rendessero vicina a chi, nella vita reale, si trova ad affrontare sfide e pregiudizi.

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Un momento epico è stato quando, nel fumetto “Reflections” del 2024, Tracer ha annunciato al mondo il suo amore per Emily, scartando i regali natalizi per concedersi un tenero bacio con la sua compagna. Un gesto di libertà e verità che ha scosso le coscienze, dimostrando che anche all’interno di un videogioco la diversità e l’amore trovano spazio.

E così, nella prossima avventura di Overwatch 2, chissà quale nuova sfida attende Tracer. Forse la sua storia d’amore si svilupperà ulteriormente, o forse si troverà a combattere altre battaglie, ma non c’è dubbio che continuerà a essere un’icona di coraggio e autenticità per tutti coloro che si immergono nel magico mondo dei videogiochi.

Il reboot di Lara Croft – Tomb Raider

Ah, Lara Croft, la magnifica archeologa inglese che ha attraversato le epoche, dai favolosi anni ’90 fino ai giorni nostri. Come un personaggio letterario, ha vissuto una vera e propria rinascita, iniziata nel 2024 con il nuovo capitolo di Tomb Raider. La sua evoluzione, culminata nel 2024 con Shadow of the Tomb Raider, non può che affascinarti, Da figura timorosa e indifesa del suo esordio, Lara si trasforma in una donna forte e determinata, pronta a sconfiggere avversari spietati e per lo più sovrumani per perseguire i suoi obiettivi.

Questa metamorfosi di Lara Croft in qualche modo riflette i cambiamenti dei nostri tempi, in particolare la ricerca di personaggi più umani e realistici nei videogiochi. Come nei romanzi contemporanei, i giocatori desiderano immedesimarsi in protagonisti autentici, con paure, aspirazioni e contraddizioni. Lara Croft è un esempio encomiabile di questo inclinarsi verso la rappresentazione più fedele della condizione umana, paragonabile a un personaggio calviniano che attraversa mondi fantastici ma riesce sempre a mostrare consistenti tratti umani.

In questa nuova ondata, la vivida e irresistibile evoluzione di Lara Croft si erga come un punto di riferimento per i protagonisti dei videogiochi, mostrando una trama più audacemente al passo con i tempi e con le aspirazioni profonde dei videogiocatori, che inseguono emozioni autentiche e irripetibili. Un’evoluzione necessaria, che si allinea con la produzione videoludica attuale, come se Lara, in virtù della sua maturazione, fosse in grado di interpretare i bisogni e i desideri degli avatar digitali dei nostri giorni.

Senua – Hellblade: Il Sacrificio di Senua

Immedesimati nell’universo di Hellblade: Senua’s Sacrifice, un videogioco straordinario che ti catapulta in un viaggio suggestivo e tormentato. Qui ti trovi ad indossare i panni di Senua, una figura misteriosa immersa nelle nebbie della psiche umana, pronta ad affrontare le proprie contraddizioni e le voci che custodiscono i segreti inconfessabili.

Il percorso di Senua diventa, in un certo senso, il percorso di ognuno di noi, dentro e oltre i confini della mente. Ci ritroviamo così a combattere non soltanto nemici visibili, ma anche le manifestazioni più oscure dei nostri pensieri, i dubbi, i timori, le illusioni che ci assillano nell’oscurità della nostra coscienza.

Attraverso la rappresentazione simbolica della schizofrenia e della psicosi, Hellblade ci proietta in un mondo parallelo dove la realtà si mescola con l’immaginazione, dove i confini tra ciò che è reale e ciò che è frutto della nostra mente diventano labili e sfuggenti. Viviamo così un’esperienza ansiogena e potente, che ci trascina in un turbine di emozioni contrastanti, come affrontare le insidie di un labirinto oscuro.

In questa avventura, il videogioco diventa lo strumento perfetto per esplorare temi profondi e universali legati alla condizione umana, trasformando la dimensione ludica in una riflessione su noi stessi e sulle sfumature più oscure della mente.

Senua, con la sua spada e con la sua determinazione, ci mostra come sia possibile combattere le nostre battaglie interiori, affrontando le nostre paure e le nostre insicurezze con coraggio e determinazione. E, attraverso l’esperienza di gioco, ci rendiamo conto che non siamo soli in questo viaggio tortuoso, ma possiamo trovare la forza e il coraggio per andare avanti, anche quando tutto sembra perdersi nella nebbia dell’incertezza.

In sintesi, signor mio, Hellblade: Senua’s Sacrifice si configura come un’opera d’arte interattiva che ci invita a esplorare mondi interiori, a superare i confini della realtà per addentrarci nell’oscurità e nelle profondità della psiche umana, rendendo il videogioco un medium straordinario per esprimere le sfaccettature più complesse della nostra esistenza.