Facebook sta per estendere il regolamento sulla privacy europeo a livello globale

Facebook sta per estendere il regolamento sulla privacy europeo a livello globale

Mi caro, ecco la seconda giornata di esposizione per il Immerso nelle domande agguerrite dei deputati del Congresso americano. Molteplici sono i punti da chiarire, e l’attenzione è tutta puntata sulle recenti normative europee in materia di privacy, la famigerata GDPR che si appresta ad entrare in vigore il prossimo 25 maggio. Ebbene, è stato proprio in risposta a una domanda specifica su questo tema che Zuckerberg ha dichiarato che Facebook si impegnerà ad applicare le impostazioni della GDPR in tutti i paesi del mondo. Questa nuova regolamentazione del trattamento dei dati personali si fonda su principi chiari e rigorosi, che mirano a prevenire nuovi casi come quello clamoroso di Cambridge Analytica.

Osservando questa dinamica, non possiamo fare a meno di considerare l’interesse sempre crescente per la protezione della privacy e per la trasparenza nel trattamento dei dati. È un segnale importante, che ci parla di una società in continua evoluzione, attenta a tutelare la sfera più intima e personale delle persone.

Immagina, poi, se proprio come la GDPR è possibile stabilire principi basilari che impediscano lo sfruttamento e l’abuso dei dati: sarebbe come costruire una sorta di scudo protettivo per i nostri segreti più profondi, rendendo possibile una società digitale veramente etica e sicura.

Ecco, dunque, come Zuckerberg si trova in questa occasione a incarnare in qualche modo una sorta di viaggiatore nel mondo dei dati, un personaggio che esplora nuove regole e nuove frontiere per garantire una navigazione più sicura e consapevole della nostra realtà digitalizzata.

Le scuse di Mark Zuckerberg sono ritenute insufficienti secondo il WP29″

Una scusa che suona come uno stridore in un concerto: "Una piattaforma social multimiliardaria che dice

Nel cuore di Bruxelles, si ritrovano i Garanti Privacy dell’Unione Europea, riuniti sotto il nome di WP29. È come un giro di personaggi pittoreschi nel mondo delle grandi multinazionali, ognuno con la sua maschera e il suo ruolo da interpretare.

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Guarda tu, Come Zuckerberg si scusa di fronte alla Commissione del Senato. Una scusa che suona come uno stridore in un concerto: “Una piattaforma social multimiliardaria che dice ‘mi dispiace’ non è abbastanza”. C’è qualcosa di comico e tragico insieme in questa situazione, la potenza di un gigante che sembra piegarsi di fronte alle regole.

E oggi nasce, come un piccolo germoglio nel deserto, il “Social Media Working Group”, seguendo le indicazioni del garante italiano, Antonello Soro. È come un seme che viene piantato nel terreno arido della società digitale, un tentativo di ravvivare la coscienza e la responsabilità nel mondo delle reti e dei like.

“Cambriale Analytica e Facebook” – costantemente ai primi posti nelle conversazioni di tutti noi – “sono in cima a tutti i nostri pensieri”, afferma Andrea Jelinek, la presidente del WP29, come una maga che invoca gli spiriti della protezione dei dati. E così crea il gruppo Social Media, un cantiere in cui si lavorerà alacremente per elaborare una strategia di lungo periodo.

E infine, la GDPR entra in scena come una fata madrina del mondo digitalizzato, e il WP29, a partire dal 25 maggio, si chiamerà European Data Protection Board, come se cambiasse identità per proteggere meglio il popolo delle informazioni.

Che mondo singolare, Questo mondo digitale in cui ci muoviamo! Ma anche qui, come ovunque, c’è spazio per il cambiamento e la speranza.