Hai ricevuto su Facebook una richiesta di amicizia da parte di amici o parenti defunti? Potrebbe trattarsi di una truffa

Hai ricevuto su Facebook una richiesta di amicizia da parte di amici o parenti defunti? Potrebbe

Facebook è diventato un luogo in cui identità vengono sottratte e falsificate, una sorta di labirinto virtuale in cui ti ritrovi a dover districare verità e bugie. La morte stessa sembra non essere sufficiente a proteggerti, visto che anche nel regno virtuale gli hacker riescono a impossessarsi dei profili di persone ormai defunte, usando i loro dati per truffare e ingannare.

Immagina solo, ricevere una richiesta d’amicizia da un amico che sapevi morto: quale shock indescrivibile! Eppure, è quello che accade sempre più spesso su Facebook, dove l’etere si popola di fantasmi digitali. Come se la vita non fosse già piena di misteri, ora anche la morte deve confrontarsi con questa nuova forma di eternità, quella dei profili social rubati e manipolati.

Tuttavia, in questa danza virtuale dei morti viventi, c’è una luce di speranza: la possibilità di designare un erede per il proprio profilo. È come lasciare una chiave a qualcuno di fiducia, affinché possa curare il tuo giardino segreto anche dopo la tua dipartita. E quindi, in mezzo a questa confusione di anime digitali, c’è spazio anche per la memoria e il rispetto per chi non c’è più.

Ma c’è sempre un lato oscuro, incarnato dai cyber criminali che si muovono tra le ombre del web, approfittando della vulnerabilità dei profili dei defunti per commettere truffe e inganni. È come se la morte non bastasse a porre fine alle disgrazie che colpiscono gli uomini. La trappola si tende anche oltre il confine della vita, dove l’inganno diventa un’entità senza tempo.

E così, mentre anche nel mondo virtuale si cerca di trovare ordine e giustizia, non possiamo fare a meno di riflettere sulla complessità della nostra esistenza, dove anche la morte non ci libera dalla necessità di vigilare su noi stessi. Ma forse, in questo continuo gioco tra vero e falso, la nostra umanità riesce comunque a trovare il suo equilibrio, anche se solo in un mondo che si manifesta attraverso linee di codice e schermi luminosi.