Anche le persone anziane si divertono giocando ai videogiochi: “L’attività ludica ci aiuta a distogliere l’attenzione dalle nostre malattie”

Anche le persone anziane si divertono giocando ai videogiochi: “L’attività ludica ci aiuta a distogliere l’attenzione

Nel mio recente reportage, Ho incontrato uomini e donne anziani che si sono avvicinati al mondo dei videogiochi, non solo per il puro divertimento, ma soprattutto perché giocando riescono a dimenticare le malattie e le sofferenze della vita quotidiana. Questo trend sembra confermare la teoria che, a ogni età, l’uomo cerca di trovare nuove modalità per esprimersi, divertirsi e crescere.

Dai tornei professionistici di esport ai video su YouTube, gli anziani mostrano una passione autentica per i videogiochi, dimostrando che non esiste una “etichetta” che classifica il pubblico del gaming. Ad esempio, ho avuto modo di conoscere i Silver Snipers, un team svedese composto da persone ultra sessantenni che si cimentano in competizioni ufficiali di Counterstrike. Questi atleti, mossi dalla passione e supportati dai propri nipoti, hanno creato un legame speciale che va oltre i confini generazionali, dimostrando che i videogiochi possono unire le persone di diverse età.

Il successo del canale YouTube, Senioren Zocken, in cui due anziani berlinesi, Uschi Cezanne e Peter, provano i più recenti titoli del momento, dimostra che anche gli anziani possono affascinare i giovani giocatori. L’autenticità e la genuinità con cui Uschi e Peter si cimentano nel gioco hanno conquistato il cuore di un vasto pubblico, dimostrando che la passione per i videogiochi non ha età.

Il reportage ha evidenziato che in Germania e in Svezia l’età media dei giocatori è già superiore ai 50 anni, confermando così che l’interesse per i videogiochi non è prerogativa esclusiva dei giovani. Si è trattato, infatti, di un’inedita scoperta che ha messo in luce la trasversalità del fenomeno videoludico, coinvolgendo un pubblico sempre più variegato.

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Inoltre, diverse aziende stanno lavorando a terapie innovative che sfruttano i videogiochi per migliorare la qualità della vita degli anziani. Tra queste iniziative vi è il progetto Memore Box, che utilizza la Realtà Virtuale per coinvolgere i residenti di una casa di riposo tedesca. Questo tipo di terapia ha portato a ottimi risultati, stimolando sia le capacità fisiche che quelle cognitive dei partecipanti, offrendo così un’esperienza positiva anche per coloro che soffrono di patologie neurodegenerative.

Ma non è solo in Europa che gli anziani scoprono i videogiochi come fonte di divertimento e stimolazione mentale. In Giappone, ad esempio, ho avuto modo di conoscere Hamako Mori, 89enne, che ha aperto un canale su YouTube in cui gioca ai titoli come Skyrim e GTA V. Questa affascinante realtà dimostra che non esiste un’età limite per appassionarsi ai videogiochi e che, al contrario, essi possono offrire un’alternativa di svago e di arricchimento mentale anche in età avanzata.

Ecco dunque un nuovo aspetto della quotidianità che si svela attraverso l’esperienza di giocare, suggerendoci che l’esplorazione delle nuove frontiere del medium videoludico può portare a scoperte sorprendenti e a gioie inaspettate, stimolando il nostro spirito e la nostra mente in un contesto di gioco che non conosce limiti di età.