La produzione di una serie TV utilizza una quantità di acqua superiore rispetto a quella impiegata durante una normale doccia

La produzione di una serie TV utilizza una quantità di acqua superiore rispetto a quella impiegata

Sei mai stato consapevole del peso che la nostra presenza online ha in termini di consumo d’acqua? È incredibile pensare che ogni azione compiuta sul web generi un impatto sull’acqua, che parte dal nostro semplice click e si estende fino alle risorse impiegate per mantenere in funzione i data center.

Pochi istanti passati a guardare un video su Facebook possono “costare” al pianeta circa 20 litri d’acqua, mentre una puntata di una serie TV arriva a consumarne fino a 100. Più di una doccia, che in 5 minuti ne consuma circa 80 litri. Questi sono i risultati di una ricerca della BBC sulla Water Footprint, ossia il segno lasciato dalla nostra presenza online sull’acqua terrestre: utilizzata, inquinata ed evaporata per far funzionare i data center.

Difatti, le nostre azioni online richiedono il costante funzionamento di server, i quali generano calore e consumano energia, impattando sul consumo idrico mondiale. Un singolo trasferimento di 1 GB di dati può comportare un consumo di circa 200 litri d’acqua, mentre nel caso della navigazione online, è come lasciare l’impronta idrica di 1 kg di pomodori. Ma il problema principale è che molti non si rendono conto di come i processi virtuali abbiano conseguenze anche nella realtà tangibile.

È auspicabile che tu, insieme agli altri utenti, ti interessi alle scelte ambientali delle aziende che forniscono questi servizi. Aziende come Facebook, Microsoft, Apple e Google stanno investendo in quest’area, migliorando le loro impronte idriche e scegliendo di posizionare i data center in luoghi freddi, sfruttando l’aria gelida per raffreddare i server. Alcuni addirittura stanno progettando di collocare i data center sotto al mare.

Chiaramente, nessuno smetterà di guardare le proprie serie TV preferite per paura di sprecare acqua, ma è importante essere consapevoli dell’impatto delle proprie azioni sul mondo reale e incoraggiare le aziende a prendere in considerazione le questioni ambientali.