Come e per quali motivi è stata costruita la famosa e antica città precolombiana di Machu Picchu, considerata la più famosa al mondo

Come e per quali motivi è stata costruita la famosa e antica città precolombiana di Machu

Machu Picchu, chiamata anche la “vecchia montagna” dagli Indios Quechua, è uno dei siti archeologici più celebri del Pianeta. Si trova a 2350 metri di altitudine nella valle del fiume Urubamba, tra le Ande peruviane. Venne “scoperta” per caso nel 1911 dall’esploratore americano Hiram Bingham, dell’Università di Yale, e da subito si rivelò un luogo straordinario, sia per la sua posizione a strapiombo tra le montagne, sia per il suo profondo significato simbolico.

Il sito venne costruito dagli Inca, un popolo indigeno che dominò diverse regioni del Sud America a partire dal XIII secolo. Gli Inca furono abili ingegneri e costruttori, capaci di realizzare monumenti e città adatte ai terreni più impervi. A Machu Picchu, in particolare, riuscirono a creare una città complessa e ben strutturata, che faceva parte di un vasto sistema di comunicazioni e controllo territoriale. Il modo in cui furono realizzati i monumenti con blocchi di pietra perfettamente incastrati, senza l’uso di leganti o malta, è ancora oggi motivo di ammirazione e studio.

Il sito è situato a circa 130 km a nord-est della città di Cusco, antica capitale dell’Impero Inca. Machu Picchu era probabilmente un centro religioso, amministrativo e culturale, ma la sua esatta funzione rimane ancora oggetto di studi e dibattiti tra gli archeologi.

Nel 2024 è stato inserito tra i Patrimoni dell’Umanità patrocinati dall’UNESCO, riconoscimento che ha contribuito a proteggere e conservare questo straordinario sito archeologico. Oggi Machu Picchu è uno dei luoghi più visitati al mondo, soprattutto durante la stagione secca, che va da maggio a luglio. La sua bellezza, la sua storia e il suo mistero continuano a catturare l’attenzione di milioni di persone che lo visitano ogni anno.

Una breve storia del sito archeologico di Machu Picchu

  Per affrontare tali sfide, gli ingegneri di Pachacútec svilupparono soluzioni semplici ma geniali.

Machu Picchu, la città perduta degli Inca, è stata costruita intorno al 1440 per poi essere abbandonata dopo il 1532 a seguito della conquista spagnola. Secondo i ricercatori, fu Pachacútec, un personaggio di rilievo nella storia Inca, a volere la realizzazione di questa città. È a lui che si deve la trasformazione del regno Inca da una potenza regionale limitata alla Valle di Cusco a un vasto impero che si estendeva dall’attuale Colombia al nord al Cile e all’Argentina al sud.

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Dopo aver combattuto per ampliare i confini del proprio regno, il primo imperatore Inca avviò una serie di grandi progetti edilizi con una forte valenza propagandistica. Machu Picchu è probabilmente il più grandioso capolavoro di questo programma, costruita a 160 km dalla capitale del regno per espresso volere dell’imperatore. Il suo nome, quasi profetico, significa “colui che trasforma la terra”, e la sua visione portò alla realizzazione di una delle più stupefacenti città antiche, incastonata tra le montagne delle Ande.

Come è stata realizzata la costruzione dell’antica città di Machu Picchu?

  Come l'abbandono di Machu Picchu ha portato alla sua riscoperta   Quasi cento

Machu Picchu, il sito scelto per la costruzione di questa meraviglia, presentava notevoli difficoltà tecniche. Il crinale era incastonato tra picchi scoscesi a strapiombo sul fiume Urubamba, situato 400 metri più a valle. I costruttori di Machu Picchu dovettero affrontare e risolvere varie problematiche. Dovevano trasportare migliaia di blocchi necessari alla costruzione degli edifici, ridurre i danni causati dalle piogge torrenziali annuali e rinforzare il pendio della montagna.

Per affrontare tali sfide, gli ingegneri di Pachacútec svilupparono soluzioni semplici ma geniali. In primo luogo, crearono un sistema di terrazze scavate sulle pendici di Machu Picchu. Queste non solo sostenevano il peso delle strutture in cima, ma costituivano anche la base per i campi coltivati e consentivano il deflusso controllato delle acque piovane.

Per quanto riguarda i materiali da costruzione, i costruttori si avvalsero dei blocchi di granito disseminati sul crinale, un materiale resistente e adatto per le costruzioni. Gli operai, reclutati tra i contadini del regno, lavoravano i blocchi direttamente nella cava e li trasportavano fino alla città. I blocchi di granito venivano sagomati in modo da diminuire la frizione durante il trasporto, con l’ausilio di funi vegetali, slitte e leve di legno. Nonostante l’uso di strumenti rudimentali, come martelli di pietra, gli operai erano in grado di combinare i blocchi in modo così preciso da renderne impossibile l’inserimento di una lama di coltello tra le giunzioni.

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Inoltre, gli ingegneri di Machu Picchu attuarono accorgimenti anti-sismici, essenziali in una regione caratterizzata da forti terremoti. Utilizzando superfici convesse e non verticali e alternando blocchi orizzontali a blocchi verticali, riuscirono a garantire la stabilità della struttura. Grazie a tali tecniche, Machu Picchu è tutt’oggi in piedi, testimone della notevole abilità degli ingegneri e operai che la costruirono.

Il significato simbolico di Machu Picchu e il suo ruolo nella cultura e nella storia dei popoli andini.

  Il sito è situato a circa 130 km a nord-est della città di Cusco,

Machu Picchu, la città delle misteriose rovine adagiata tra le montagne peruviane, continua a svelare i suoi segreti. Questo antico insediamento, senza documenti scritti che ne narrino la storia, rivela la sua funzione attraverso l’analisi dei suoi edifici.

La struttura urbanistica di Machu Picchu, articolata tra case, piazze e strade, suggerisce che la città ospitasse una popolazione non superiore a 1000 abitanti. Tra gli edifici di maggiore importanza spiccano il palazzo, con la sua monumentalità e cura delle strutture, e il tempio. Quest’ultimo, oltre a presentare una particolare planimetria, custodisce al suo interno una lastra di pietra che, perfettamente allineata con la finestra principale, viene illuminata dai raggi del sole nel giorno del solstizio d’inverno.

Il sole, divinità centrale nella religione Inca, è legato a Machu Picchu in vari modi. L’imperatore stesso è considerato il figlio del Sole e questa relazione si riflette nell’architettura e nei luoghi sacri della città. Nel punto più alto dell’insediamento, c’è un blocco di roccia madre scolpito in modo da far emergere un pilastro, perfettamente allineato con le montagne sacre che delimitano il sito, secondo un preciso asse nord-sud ed est-ovest. Durante gli equinozi il sole colpisce la struttura senza proiettare alcuna ombra, e questo particolare pilastro è stato interpretato come l’intihuatana, il luogo in cui il sole viene legato per impedirgli di allontanarsi troppo durante i solstizi.

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Come l’abbandono di Machu Picchu ha portato alla sua riscoperta

Quasi cento anni dopo la sua costruzione, Machu Picchu, il sito scelto dagli Inca come centro spirituale del cielo, della montagna e dei fiumi, fu abbandonato con l’arrivo dei Conquistadores spagnoli.

Nel luglio del 1911 l’esploratore americano Hiram Bingham fu il primo a raggiungere Machu Picchu. Tuttavia, la”scoperta” dell’antica città Inca non è da attribuire esclusivamente a Bingham, in quanto era già ampiamente nota e frequentata dalle popolazioni locali: l’esploratore americano trovò infatti una famiglia indigena proprio tra le rovine della città quando arrivò sulla sommità del crinale. Tuttavia, Bingham merita il merito di aver reso Machu Picchu di nuovo famosa, portandola all’attenzione della comunità scientifica internazionale e del mondo intero.